La parola ‘drone’ non è altro che il nome comune, e forse improprio, per definire una speciale categoria di oggetti volanti: gli Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR). Così come suggerisce la definizione, si parla di dispositivi di varie dimensioni capaci di librarsi nel cielo senza necessità di un pilota a bordo, che rimane a terra – o su di un veicolo adiacente – armato di radiocomando per dirigerne i movimenti.

Il loro utilizzo è ormai consolidato per usi militari e crescente anche per applicazioni civili, ad esempio in operazioni di prevenzione e intervento in emergenza incendi, per usi di sicurezza non militari, per sorveglianza di oleodotti, con finalità di telerilevamento e ricerca e, più in generale, in tutti i casi in cui tali sistemi possano consentire l’esecuzione di missioni ‘noiose, sporche e pericolose’ (dull, dirty and dangerous), con costi decisamente minori rispetto ai velivoli abitati.

Negli ultimi anni, le tecnologie legate allo sviluppo di sistemi APR hanno subito un’impennata rapidissima. In particolare, lo sviluppo tecnologico nell’ambito della sensoristica permette ormai di equipaggiare gli APR con molteplici sensori, sensibili allo spettro del visibile (camere digitali professionali), dell’infrarosso (camere termiche), camere multi spettrali, fino ad arrivare a sensori più evoluti come, ad esempio, sensori per il monitoraggio della qualità dell’aria. Un ulteriore vantaggio che deriva dall’uso degli APR per scopi civili è il contenuto costo di acquisizione e di esercizio rispetto ai tradizionali sistemi di ripresa aerea.

Poiché il ricorso agli APR in ambito civile è quanto di più svariato si possa immaginare, la questione di una normativa per la regolazione dell’utilizzo dei droni è in continua evoluzione. L’ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, dopo aver redatto una prima serie di norme base che ne disciplina l’uso in ogni condizione con il rispetto per le norme di sicurezza (in vigore dall’Aprile 2014), ha dovuto introdurre modifiche al passo con lo sviluppo di nuovi e più performanti veicoli, per la nascita di nuove attività o, semplicemente, per le tante critiche ricevute dagli appassionati e dagli esperti di settore non pienamente soddisfatti. L’ENAC ha così reso noto una volta per tutte le indicazioni specifiche e stringenti sulle autorizzazioni necessarie per i piloti (esclusivamente quelli professionistici), sull’equipaggiamento, sulle certificazioni da ottenere prima del volo, sul tipo di droni utilizzabili in ambito civile e tanto altro.